I 10 ANNI DEL SERVIZIO LGBT, RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLA CITTA’

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti, il Comune di Torino ha voluto celebrare anche un′altra ricorrenza: i dieci anni del Servizio LGBT, un fiore all′occhiello della nostra Città, di cui andiamo molto fieri.
È di ormai oltre 10 anni fa la delibera che istituì nel febbraio 2001 il primo Servizio comunale in Italia per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. E con il nostro Servizio LGBT, in un dialogo fitto e fecondo con le tante associazioni Lgbt del nostro territorio, abbiamo saputo creare iniziative importanti, abbiamo offerto alla nostra città innumerevoli occasioni di confronto e di scambio culturale, iniziative di educazione al dialogo e al rispetto nei confronti della comunità Lgbt.
A Roberto Emprin, Luca Cipriani e Gianluca Truppa, attuali funzionari del Servizio Lgbt di Torino, ho personalmente consegnato una targa per i dieci anni di attività dello “sportello”, a riconoscimento dell′impegno e del lavoro costante che il Servizio offre alla Città di Torino. Un riconoscimento che vuole essere un ringraziamento anche a tutti coloro che si sono alternati e che hanno lavorato per il Servizio.
Recentemente ho letto con attenzione, ed apprezzato con viva condivisione, il discorso del Segretario di Stato americano, Hilary Clinton, pronunciato in occasione della Giornata mondiale dei Diritti, di cui riporto un breve passo, che dedico con il cuore a tutti coloro che si battono per i diritti della comunità Lgbt:
“Oggi vorrei parlare del lavoro che abbiamo ancora da fare per proteggere un gruppo di persone i cui diritti umani sono ancora negati in troppe parti del mondo. Sono una minoranza invisibile. Sono arrestati, picchiati, terrorizzati e persino condannati a morte. Molti sono trattati con disprezzo e violenza dai loro concittadini mentre le autorità che dovrebbero proteggerli guardano altrove o, troppo spesso, contribuiscono ad abusarli. E’ negata loro l’opportunità di lavorare e ricevere un’adeguata istruzione, sono costretti ad abbandonare le loro case e i loro paesi o a reprimere e negare chi sono per proteggersi dal pericolo. Parlo di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, esseri umani nati liberi, eguali e con la medesima dignità degli altri, persone con il diritto di rivendicare ciò. Questa è una delle rimanenti sfide del nostro tempo per implementare i diritti umani di tutti […] Qualcuno ha sostenuto che i diritti gay e i diritti umani sono cose distinte, ma in verità sono la stessa medesima cosa. Certamente 60 anni fa i governi che hanno stilato e approvato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non pensarono a come essa potesse applicarsi alla comunità LGBT. Non pensavano neppure a come essa potesse applicarsi agli indigeni, ai bambini, ai disabili o altri gruppi marginalizzati. Eppure, negli scorsi 60 anni abbiamo riconosciuto che i membri di questi gruppi sono pienamente titolari di diritti e dignità poiché, come tutte le persone, essi condividono una comune umanità.Questo riconoscimento non è occorso subito. Si è sviluppato nel tempo. Nel frattempo abbiamo capito che si trattava di onorare dei diritti che le persone hanno sempre avuto, piuttosto che creare diritti nuovi o speciali per loro. Come essere una donna, un membro di una minoranza etnica, religiosa o tribale, essere LGBT non rende meno umani. Ecco perché i diritti gay sono diritti umani e i diritti umani sono diritti gay”.

 

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