POLITICHE IN-DIFFERENTI. Donne nella ricerca, nella politica e nei movimenti femministi insieme per capire il rapporto tra donne e politica

Accademia, associazionismo e società civile si sono confrontate, giovedì 30 giugno, sul tema delle differenze politiche. Una giornata di approfondimento e confronto in tre sessioni, promossa dal Cirsde con il Laboratorio politico delle donne ed il Centro studi e documentazione del pensiero femminile.
“Politiche in-differenti. Donne nella ricerca, nella politica e nei movimenti femministi insieme per capire il rapporto tra donne e politica”: questo il tema discusso nella Sala Lauree della Facoltà di Scienze Politiche, al quale ha preso parte anche l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Torino, Mariacristina Spinosa per parlare di “Donne nei partiti e nelle istituzioni”.

“La recente approvazione definitiva della legge sulle quote di genere nella composizione dei Cda delle società quotate e pubbliche è certamente un passo importante, che ci avvicina maggiormente all’Europa, ma che non cancella il reale problema del nostro Paese: la mancanza di meritocrazia. E’ sull’assenza della cultura del merito che occorre puntare affinchè le leggi approvate non restino sulla carta, affinchè le norme previste dalla Costituzione non restino solo parole scritte, vuote: le donne devono poter accedere ai vertici delle società e dei partiti non perchè lo impongono le quote rosa, ma perchè valgono, hanno talento, hanno energie”, ha sottolineato l’assessore Spinosa nel suo intervento.”Il preciso segnale che hanno voluto dare i neo sindaci di Torino, Milano, Cagliari e Bologna riservando alle donne metà dei posti in Giunta è sintomatico che il vento sia cambiato. Il ricorso alla via femminile della politica risponde, a mio avviso, a molte delle istanze di rinnovamento che provengono dalla società. Prima fra tutte il fatto che l’approccio femminile alla gestione del potere dello Stato costituisce una valida alternativa all’attuale modello politico, che non soddisfa più la cittadinanza. Il cambio di rotta di alcune Giunte comunali rappresenta dunque un segnale importante, indica che i costumi e la cultura stanno cambiando, sono segnali che danno fiducia ed ottimismo per il futuro, non solo delle donne, ma di tutta la società”, ha tenuto poi a precisare ancora l’assessore.
Tuttavia, la politica parla sempre meno al femminile.
“Le principali cause dipendono in primis da una mancanza di “democrazia interna” ai partiti, che generalmente riservano alle donne solo ruoli da gregari. In secondo luogo dalla legge elettorale vigente, che non offre alle donne (oltre che ai giovani) alcuna possibilità per emergere in politica senza la “protezione” di un influente dirigente di partito. Per questo occorre innanzitutto introdurre l’obbligo delle “quote rosa” nelle liste elettorali per le elezioni degli organi elettivi di tutti i livelli di governo; riformare la legge elettorale vigente, abolendo le “liste bloccate” alle elezioni politiche, così da restituire all’elettore il diritto di scelta del candidato (in caso contrario, le segreterie dei partiti hanno la possibilità di vanificare gli effetti dell’introduzione di “quote rosa” collocando le candidate sistematicamente nei posti in fondo alle liste, con ciò condannandole a non essere elette; riformare la legge elettorale vigente, consentendo la doppia preferenza per i consigli comunali e norme adeguate per i collegi, in modo tale da perseguire realmente la piena rappresentanza delle donne nelle istituzioni”

 

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