Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti
di Giulio Santagata
L’accordo sulla flessibilità contenuto nel nuovo contratto dei metalmeccanici tedeschi può indicare una strada da seguire ma evidenzia, se ancora ce ne fosse bisogno, che il lavoro sarà sempre più scarso e che dovremo imparare a distribuirlo.
In un sistema dove le imprese investono e lo stato favorisce la crescita si creano le condizioni per redistribuire più equamente la ricchezza e per riconoscere al lavoro il suo ruolo centrale per il funzionamento della società.
In Germania ci sono le condizioni per una redistribuzione che non sia esclusivamente monetaria, ma che investa i tempi di lavoro e di vita e quindi la qualità stessa della società.
In Italia la produttività stenta a tenere il passo delle economie più dinamiche certo per la qualità complessivamente mediocre del nostro sistema a partire dalla pubblica amministrazione, ma anche per un’endemica carenza d’investimenti innovativi da parte delle nostre imprese.
Senza l’apporto di uno Stato più efficiente e d’imprese più dinamiche non ci sarà molto da redistribuire e il lavoro è destinato a diventare sempre più povero.
Vorrei sottolineare un ultimo punto: il ruolo del sindacato. La presenza di un sindacato forte e moderno è stata la condizione necessaria per poter avviare questa importante innovazione. Il lavoro frammentato, lasciato solo di fronte alle innovazioni è destinato a vedere ridotto il suo ruolo e a diventare una merce tra le tante, senza vedersi riconoscere il valore sociale che merita.
Questo articolo è stato pubblicato su Huffington Post
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Source: INSIEME